Riflessioni sulle nuove professioni


Da dirigente a temporary manager 

[ Abstract da pag. 7 e 8 di  Management Consulting news  (Febbraio 2001) ]

Manager a progetto

Opportunità, dubbi, caratteristiche e difficoltà di chi ha scelto una via diversa nella professione del manager. L'esperienza di Giovanni Scafidi. 
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Interim Management, Interim Manager, Contract Management, Contract Manager, Transition Management, Transition Manager

Queste brevi note non vogliono essere una trattazione strutturata, ma solo alcune riflessioni per raccontare come sono diventato Temporary Manager (T-Manager) dopo trenta anni di attività aziendale. 

La nuova dimensione professionale si qualifica come una bellissima esperienza che mi sta consentendo di rivedere il concetto di lavoro: da un approccio all'attività aziendale intesa come fatica, stress e routine a una visione di impegni che si configurano come un hobby professionalmente molto qualificato e che, a differenza di un hobby tradizionale, non richiede costi, ma, invece, consente di guadagnare! 

Contemporaneamente si realizza il sogno di acquisire quella libertà che ognuno desidera avere nell'organizzazione della propria vita professionale e privata.

Perchè un dirigente d'azienda diventa T-Manager
Valutando l'opportunità di passare dal ruolo di Top Manager a quello di T-Manager, è necessario essere consapevoli che questa professione non è per tutti. 
Il professionista che si accinge a iniziare tale percorso deve fare un'attenta valutazione di se stesso nei confronti del nuovo lavoro. 

La check-list in base a cui effettuare le riflessioni si articola sui seguenti principali parametri di valutazione: 

Età 
Quando decisi di avviarmi alla professione del T-Manager avevo raggiunto "l'età aurea" di 54 anni e avevo percorso tutti i gradini della carriera fino a Direttore Generale. A 54 anni si possiede esperienza, capacità operativa, carisma e caratteristiche professionali fondamentali per le posizioni di grandi responsabilità tipiche del T-Manager. 

Studi 
La laurea il ingegneria meccanica è un background culturale molto adatto allo scopo. L'ingegnere è una persona molto flessibile che riesce a vedere a 3600 tutte le aree aziendali, ma l'ingegnere meccanico è la specializzazione più "umile" fra tutte le altre e la meno specialistica, oltre che essere la più aperta al concetto che la laurea ti serve per imparare un mestiere. 

Percorso aziendale 
Nel corso dei trenta anni di lavoro in azienda (multinazionali italiane, americane e tedesche) ho occupato posizioni con contenuti professionali diversi e interfunzionali: progettazione, organizzazione del lavoro (Tempi e Metodi), direzione di stabilimento, direzione generale. Trattasi di esperienze nelle principali aree dell'organizzazione di aziende manifatturiere: produzione, vendite, amministrazione e finanza, risorse umane. Situazione economica e previdenziale E' importante che il professionista che si avvia a fare il T-Manager debba avere una certa stabilità finanziaria che gli consenta di affrontare anche momenti di inattività. Personalmente ero nella situazione migliore avendo già maturato i fatidici 35 anni di contribuzione e potevo effettuare attività di lavoro senza decurtazione della pensione. 

Motivazione 
L'approccio al nuovo ruolo nasce dalla propria posizione rispetto al lavoro. E' importante che ciascuno valuti con molta attenzione i seguenti punti: 

  • Voglia di libertà 

  • Capacità di adattarsi a situazioni sempre diverse 

  • Gusto del cambiamento 

  • Situazioni familiari molto flessibili verso la mobilità geografica. Ad oggi ho effettuato cinque interventi: Sicilia, Finlandia, Polonia, Stati Uniti, Emilia Romagna. 

  • Resistenza allo stress: in certo qual senso lo stress dovrebbe anche essere piacevolmente cercato! · Desiderio di autovalorizzarsi 

  • Avversione per il lavoro di routine 

  • Sicurezza delle proprie esperienze professionali 

  • Doti di comunicatività 

Da dirigente a consulente (passo internedio)
L
asciando la posizione di dirigente d'azienda, ho avuto alcune esperienze come consulente. 
Non operavo a tempo pieno ma con presenze di tre giorni la settimana, inserito in progetti della durata di circa sei mesi. Si lavorava in piccole/medie imprese. 

Ben presto mi accorsi che il mio approccio personale e le precedenti abitudini alla direzione aziendale mi portavano più a dirigere l'azienda piuttosto che alla consulenza pura. Allora capii che la mia professione era un'altra, ma non sapevo come si chiamasse finché non giunsi a consapevolezza della mia "mission" e così diventai formalmente T-Manager.

Conclusioni
Spero che con queste brevi note sulla mia attività come TM, sia riuscito a lanciare due messaggi: 

  • Il fascino di questo tipo di lavoro 

  • TM non è un lavoro per tutti. 

Non bisogna avere fretta di farlo ed è necessario prepararsi bene. Per una naturale predisposizione e, quasi inconsapevolmente, mi ero preparato da sempre a questo ruolo e quando lo raggiunsi, ero già da prima un TM. 

Il mondo imprenditoriale sta appena cominciando a conoscere questa professionalità. Un anno fa ero in America e svolgevo un incarico di TM presso la consociata di una multinazionale italiana. In questo paese il temporary manager è una professione molto diffusa: bisogna però osservare che in questo contesto la precarietà e la provvisorietà del lavoro fanno parte del "Sistema Paese" e rientrano nelle abitudini e nella mentalità della popolazione che accetta una vita professionale fatta di veloci cambiamenti. In Italia si stanno facendo ancora i primi passi.

Giovanni Scafidi


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