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Maggio 2012

Interventi



VoxFabrica

Perché e come intraprendere la via dell’internazionalizzazione

[ Abstract da   VoxFabrica (17/05/2012): magazine dei piccoli e medi imprenditori ]

 

Abbiamo visto nel precedente articolo le ragioni per cui le micro e piccole imprese (MPI) decidono di internazionalizzarsi e quali sono gli errori che spesso commettono. Vediamo ora perché è importante operare all’estero e come procedere

 

 

 

Contesto

 

L’Italia è caratterizzata da un’economia dualistica sotto vari punti di vista. Quasi sempre si pensa al “dualismo geografico” tra aree sviluppate ed aree arretrate, ma quello più importante è il “dualismo imprenditoriale” tra imprese internazionali, con presenza consolidata sui mercati esteri (1) e imprese che operano solo sul mercato domestico (2). Le prime sono più dinamiche e ad alta produttività, capaci di competere con successo contro i concorrenti esteri. Le seconde meno dinamiche, meno abituate a una forte concorrenza e, forse, più dipendente dai finanziamenti pubblici e/o dalle commesse pubbliche. Anche se le imprese internazionali sono situate soprattutto al nord, questo dualismo imprenditoriale non ha connotazioni geografiche poiché le imprese domestiche sono presenti in gran numero anche al nord. Le “imprese domestiche” operano  solo in un mercato locale (nazionale, regionale) che oggi è aperto e sempre più competitivo. Pertanto, se non hanno vantaggi distintivi elevati, nel medio periodo corrono il rischio di scomparire o di diventare dei partner locali (rivenditori, sub-fornitori, ecc.) di imprese internazionali più grandi, perdendo parte della propria indipendenza.

 

 

Motivazione per l’internazionalizzazione

 

Esistono vari fattori che possono spingere le imprese verso i mercati internazionali. Vediamone alcuni. Una prima motivazione, molto razionale, è quella di ricercare nuovi mercati per crescere non solo in termini di fatturato ma anche e soprattutto di professionalità (competenze, conoscenze, competitività, ecc.). Ciò si ottiene entrando (acquisizioni, apertura Lab R&S, filiali vendita, ecc.) in mercati che anticipano il futuro allo scopo di acquisire conoscenze e non perdere il passo. Una seconda motivazione è conseguenza del fatto che i propri clienti diventano globali e richiedono ai fornitori di seguirli. Una terza motivazione è la necessità di realizzare economie di scala mediante volumi elevati di produzione e conseguente necessità di ricercare nuovi mercati di sbocco. Nella maggior parte dei casi la spinta più forte verso nuovi mercati è il rallentamento della domanda nel mercato domestico, e similmente per un’impresa già internazionale la spinta è il rallentamento della crescita in quelli in cui è già presente. Si noti che a pari investimenti, i risultati che si ottengono entrando in un nuovo mercato geografico, in crescita e/o nel quale la pressione competitiva non è ancora forte, sono superiori rispetto a quelli che si ottengono stimolando la domanda in un mercato prossimo alla saturazione.

 

 

Scelte strategiche preliminari

 

Per scegliere in maniera razionale gli obiettivi di business e decidere in quali nuovi mercati geografici entrare, è opportuno effettuare un’analisi SWOT preliminare (punti di forza/debolezza dell’impresa; opportunità/minacce dell’ambiente competitivo). In particolare, il management deve:

 

1)    individuare quali sono i punti di forza e debolezza dell'impresa, e quindi i propri vantaggi competitivi;

 

2)    acquisire informazioni circa le caratteristiche dei nuovi mercati (domanda, offerta/concorrenti, leggi, abitudini, evoluzione trend, ecc.) per valutare quali sono le opportunità e le minacce presenti;

 

3)    scegliere i mercati obiettivo, cioè in quali mercati entrare;

 

4)    definire come entrare nei nuovi mercati, cioè con quale strategia di business (export e importatore locale, export e propria filiale commerciale in loco, licensing (3), produzione in loco, outsourcing  (4) della produzione e propria filiale commerciale in loco, ecc.). Nell’ambito della strategia, particolare attenzione va prestata al marketing mix (prodotti/servizi, politiche di prezzo, canali di vendita, comunicazione/promozione).

 

Nella realtà, la maggior parte delle PMI inizia a vendere all’estero casualmente, esportando gli stessi prodotti che sono venduti nel mercato domestico. In molti casi, l'iniziativa è presa da intermediari o da clienti esteri potenziali e non dall'impresa sulla base di considerazioni strategiche di marketing. Solo in un secondo momento, il management decide di costruire una presenza stabile nei nuovi mercati geografici e di sviluppare delle strategie ad hoc, pianificando:

 

a)    quale peso dare ai nuovi mercati nel futuro sviluppo dell'impresa;

 

b)    in quali segmenti competere;

 

c)    le competenze (5) distintive da sviluppare.

 

 

Note

 

1.    Il Mercato Internazionale (o estero) era il mercato oltre i confini politici della nazione d'origine dell'impresa considerata (mercato nazionale). Oggi, con la nascita delle aree di libero scambio, questa definizione sembra non più corretta. Una definizione più aggiornata può essere la seguente: “Mercato oltre i confini geografici del mercato domestico”. 

 

2.    Il mercato domestico è caratterizzato da: a) Libera circolazione di merci e persone senza dazi e controlli; b) Stessa moneta, unità di misura e norme sui prodotti; c) Differenze esistenti assimilabili a quelle tra aree geografiche diverse di una stessa nazione.

 

3.    In ambito economico “licensing” è l'autorizzazione a costruire e commercializzare un prodotto, concesso da un'impresa che ne detiene il copyright ad un’altra impresa.

 

4.    Si ha Outsourcing quando un'impresa affida ad una ditta esterna la gestione di alcuni dei suoi processi di business. È differente dal Subcontracting, perché la gestione è effettuata su base continua.

 

5.    Per competenza si intende la capacità di un individuo di combinare, in modo autonomo e in un particolare contesto, le conoscenze e le abilità che possiede. Competenza professionale è l’insieme di tutte le capacità e le conoscenze utili allo svolgimento di una professione. Competenza aziendale è l’insieme di tutte le capacità e le conoscenze, utili al proprio business, presenti in azienda.

  

 

Oscar Pallme

*   www.pallme.com

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