© O. Pallme
Febbraio 2012

Interventi



VoxFabrica

Non tutte le pmi sono uguali: una specie in evoluzione

[ Abstract da   VoxFabrica (12/02/2012): magazine dei piccoli e medi imprenditori ]

 

Analizziamo il mondo delle PMI: perchè nascono e come si sviluppano. 

 

 

 

La nascita di una micro e/o piccola impresa (MPI) può avere motivazioni diverse:

1.    un’intuizione dell’imprenditore che intende sviluppare innovazione;

2.    l’esigenza delle grandi imprese di decentrare, a causa della rigidità dello statuto dei lavoratori, le attività produttive presso terzisti, spesso loro collaboratori incentivati a intraprendere l’attività;

3.    l’esigenza dei piccoli imprenditori di non superare il numero max di 15 dipendenti per singola impresa al fine di mantenere la max flessibilità nella gestione dei dipendenti conla possibilità di licenziare;

4.    l’evoluzione di attività familiari artigianali (agri-floricoltura, alimentare, abbigliamento, ceramica, turismo, ecc.);

5.    soprattutto nelle aree sottosviluppate, la necessità di inventarsi un lavoro per “campare”.

 

I primi primi tre casi sono tipici del nord e del centro Italia. Queste PMI emergono nel Nord, nel secondo dopoguerra, per poi dilagare in Toscana e lungo la costiera adriatica. Sono, invece meno presenti al sud dove prevalgono gli ultimi due casi.

 

Anche le dinamiche di sviluppo sono diverse e non tutte le MPI sono nella stessa situazione.

1.    Nel primo caso, se l’intuizione è valida, l’imprenditore riesce a farsi finanziare da una società di Venture Capital o di Private Equity che l’aiuta anche a trovare le competenze manageriali necessarie per crescere. Se l’idea ha successo l’impresa viene quotata in borsa o venduta ad un gruppo più grande.

2.    Nel secondo caso, la vita della MPI è condizionata dalle commesse che riesce ad acquisire. Spesso il rapporto con i Clienti è conflittuale e non sempre l’impresa committente aiuta il subfornitore a crescere culturalmente. La MPI ha difficoltà a farsi finanziare dal sistema bancario e spesso deve ricorrere ad altri imprenditori o a piccoli investitori privati a cui, in alcuni casi, cede quote azionarie.

3.    Nel terzo caso l’imprenditore ha interesse a far crescere non la singola impresa, ma il proprio business personale. Pertanto, l'imprenditore crea, con nuovi soci prestatori d'opera, nuove micro imprese indipendenti (dal punto di vista societario) tra loro e unite solo nella persona dell'imprenditore che funge da socio di riferimento per tutte. In conclusione, a crescere non è la PMI ma il business personale dell'imprenditore di riferimento.

4.    Nel quarto caso, lo sviluppo della MPI è condizionato sia dall’evoluzione del Mercato servito sia dalle competenze delle nuove generazioni. Anche questa MPI può avere difficoltà a farsi finanziare dal sistema bancario.

5.    Nel quinto caso, la sopravvivenza è costantemente a rischio a causa sia del contesto in cui opera (mercato sottosviluppato e/o estrema frammentazione del settore) sia delle competenze dell’imprenditore non sempre adeguate.

 

La crescita dimensionale è importante poiché il Valore Aggiunto medio per addetto, cioè il livello di competitività, aumenta in funzione della dimensione dell’impresa, come risulta dalle statistiche Istat. Purtroppo non tutte le MPI riescono a crescere. Nei prossimi articoli approfondiremo alcuni dei principali ostacoli alla crescita ed analizzeremo come alcune piccole imprese riescono ad affermarsi.

 

 

Oscar Pallme

*   www.pallme.com

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